19 December 2011

How can MPAs protect monk seals?

To gather updated information on the status of both the Hawaiian and Mediterranean monk seals within their respective ranges, and in particular to explore ways in which marine protected areas can be used to protect these critically endangered mammals was the main purpose of a workshop on monk seal conservation issues organised within the framework of the second International Conference on Marine Mammal Protected Areas, held in Martinique from 7-11 November 2011. Nine experts from eight countries contributed to the workshop, which was coordinated by Giuseppe Notarbartolo di Sciara.
http://www.monachus-guardian.org/wordpress/2011/12/10/workshop-report-from-martinique/

13 December 2011

Pescatori per l'ambiente


I pescatori di Torre Guaceto hanno avuto la "nomination" per il Premio Personaggio Ambiente 2011, promosso in collaborazione con greenreport.it, da giornalisti ambientali e scientifici italiani, e riservato a chi ha svolto un ruolo di rilevanza per l'ambiente in Italia.

Il progetto di pesca sostenibile nella Area Marina Protetta di Torre Guaceto, è infatti il felice esperimento realizzato nella località pugliese, che ha valorizzato la piccola pesca tradizionale utilizzando gli attrezzi di pesca meno impattanti.

Al virtuoso progetto aveva dedicato un articolo National Geographic Italia.

Personaggio Ambiente verrà assegnato con una votazione popolare a cui si può contribire previa registrazione al sito.

Foto da: www.personaggioambiente.it

11 December 2011

All about Mediterranean's sperm whales


On the 17th and 18th of November the 1st International Workshop “Ecology, Behaviour and Conservation of Sperm Whale in the Mediterranean Sea” took place in Ischia (Italy).

Organised by Menkab and Oceanomare Delphis, the meeting was a great occasion to summarise and update the current situation of the species in the Mediterranean Sea.

Mediterranean sperm whales are a unique undivided subpopulation, about which too many crucial information remain unknown.

The Mediterranean sperm whales are classified as Endangered by IUCN, with an estimate of less than 2500 adult individuals and a possible declining trend. Despite the efforts we don’t know about their movements inside the basin, nor the area where they breed.

The workshop brought together researchers from all over the Mediterranean Sea, from Universities and non-profit organisations, with the aim of exchanging vital information and creating new collaborations.

Four of our Tethys collaborators participated to share their experience and knowledge.

The workshop was fruitful and we all hope to come together again in a couple of years for the second run.

Francesca Zardin

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Gli zifii vittime della corsa all'oro nero (e non solo)


è apparsa ieri su "La Stampa" l'intervista a Giuseppe Notarbartolo di Sciara che riportiamo qui di seguito, sul recente spiaggiamento di zifii in Grecia e in Italia.


L’ecologo del mare e quei delfini da salvare

Tra gli ospiti più o meno verdi del tradizionale concerto di Natale chez il presidente onorario del Fai, Giulia Maria Crespi, il signore dei delfini e delle balene m'appare deluso o, meglio, molto arrabbiato. Nulla però a vedere con la manovra Monti. «Sono furente perché degli animali, tutte specie protette dalle leggi, continuano a essere uccisi nel Mediterraneo dai sonar delle navi da guerra ma, soprattutto - fenomeno in forte aumento - dai suoni esplosivi delle navi che cercano petrolio e gas sui fondali marini (dall'eco di ritorno capiscono se ci sono giacimenti) con la devastante tecnica airgun», attacca Giuseppe Notarbartolo di Sciara, 61 anni, veneziano d'illustre famiglia d'ufficiali di Marina, famoso ecologo del mare.

«Non ho nulla contro la ricerca del petrolio né contro le esercitazioni militari ma non sopporto l'arroganza di certi "poteri forti" che se ne fregano non solo delle leggi ma anche delle conseguenze drammatiche delle loro azioni». Presidente di Tethys, l'istituto di ricerca non profit per lo studio dei cetacei del Mediterraneo, docente di Conservazione della biodiversità marina all'Università degli Studi di Milano e ideatore di Pelagos (la grande area marina protetta dalle coste italiane alle isole francesi di Hyères) Giuseppe Notarbartolo ha ricevuto l'ennesima brutta notizia. «Tra il 30 novembre e il primo dicembre ben 5 esemplari di zifio, parenti assai più rari dei delfini, sono stati ritrovati morti. Tre nell'isola di Corfù; in Calabria, a Capo Rizzuto, gli altri due: una madre con il suo piccolo! Solo ultimo episodio di una lunghissima serie e punta dell'iceberg: non possiamo sapere quanti muoiono e sprofondano in alto mare». Chi sono mai questi poveri zifii? Spiega lo scienziato: «La cetofauna del Mediterraneo, assai ridotta rispetto a quella del Nord Atlantico, comprende 8 specie "regolari", ossia di esemplari che abitualmente avvistiamo in mare o ritroviamo spiaggiate. Tra queste specie - oltre alla balenottera comune, alla stenella striata, al delfino comune etc. - c'è lo zifio. Da adulto misura anche più di 6 metri; è assai difficile da avvistare perché, a differenza dei delfini che amano stare in branco, è guardingo, schivo. Vive in piccoli gruppi e s'immerge a profondità spaventose». Vere bombe sonore, traumi e lesioni all'udito, il racconto di Notarbartolo sulla fine di questi affascinanti mammiferi è da brivido. «Alcune specie sono molto sensibili al rumore. Colpiti dai suoni vanno in panico; emergono in maniera scorretta e muoiono per un embolo».

Non bastavano inquinamento, degrado, pesca eccessiva (“Già i capodogli sono stati massacrati dalle reti per la ·pesca del pesce spada”). Ora, è il j'accuse di Notarbartolo, c'è anche una corsa all'oro nero senza regole, ennesimo insulto al fragile e prezioso ambiente marino mediterraneo. «La fame di petrolio ha scatenato ricerche nelle acque più profonde. I governi, compreso quello italiano, hanno dato un'enorme quantità di permessi senza adeguate valutazioni dell'impatto di queste attività sulla fauna manna più vulnerabile. Tutti i nostri mari, dall'Adriatico al Mar Ligure, sono tappezzati di concessioni a compagnie (soprattutto del Nord Europa) che hanno navi specializzate in queste ricerche. Le prime vittime sono i cetacei. Avanti così, cambierà il Mediterraneo con effetti inimmaginabili». Notarbartolo che, grazie a sofisticati idromicrofoni, ha persino registrato le vocalizzazioni dei suoi amati cetacei (“Le balenottere emettono muggiti a bassissima frequenza; i capodogli battiti simili a quelli di un martello sull'incudine”) sostiene che, oltretutto, questo massacro si potrebbe evitare. Niente estremismi animalisti, solo buon senso. «Il mare dovrebbe essere un territorio nel quale pianificare attività e usare tecnologie nel rispetto dell'ambiente. Sappiamo, per esempio, che ci sono zone e stagioni più vulnerabili per i cetacei. Ma l’insensibilità di certe istituzioni e la tracotanza dei poteri economici rischiano di uccidere con la biodiversità la vera ricchezza del nostro Mediterraneo».

Chiara Beria di Argentine

La Stampa, 10 dicembre 2011

03 December 2011

The "triple trouble" oceans are facing


The health of the ocean is relevant to every one of us on our planet; scientists are concerned about how the three stressors – ocean warming, acidification and deoxygenation – produce a very worrying combination which threatens the ocean and everything it provides us.
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01 December 2011

Helping scientists to classify whale calls - from the website. Classificare i suoni dei cetacei assieme ai ricercatori - su web


Zooniverse, by Scientific American, is home to the internet's largest and most popular citizen science projects, addressing research in the fields of space, climate, history. Among other, you can help researchers categorizing the calls of killer whales and pilot whales directly on the website.

The increasing number of acoustic recordings and the large call repertoire make it very difficult for scientists to go through the data. A single person would take months, and the outcome would still depend on a single persons’ interpretation.

So, everybody can help to classify the sounds that whales make, into distinct groupings. For example, in orcas there are over 150 identified types of call. Every time you match a pair of orca calls, you're casting a vote for those two calls to be considered 'similar'. With many people listening to each sound and casting a vote, researchers can build up a map of those calls that are more or less alike, to find patterns and groupings. Learning how whales communicate with each other will help addressing questions as: how well do different judgements agree, how well is it possible to categorize those calls, how large is the call repertoire of pilot whales, is size repertoire sign of intelligence, does this repertoire change during sonar transmissions? M.J.

Check it out


ITA Zooinverse, della nota rivista "Scientific American", è un sito che consente di partecipare a una ricerca scientifica nei campi dello spazio, del clima, della storia e, per quanto riguarda la biologia, dell'acustica dei cetacei. Quest'ultimo progetto prevede di classificare le vocalizzazioni delle orche e dei globicefali.

Si tratta di specie che hanno un repertorio acustico estremamente vasto e di cui sono disponibili una enorme quantità di registrazioni - tanto che una singola persona impiegherebbe mesi, senza contare che si trattarebbe sempre di un giudizio del tutto individuale. Per questo i ricercatori hanno predisposto una pagina dove chiunque può ascoltare dei suoni e accoppiarli a quello che ritiene più simile. Un numero elevato di tali abbinamenti permette poi di individuare schemi e raggruppamenti. Tra le domande a cui i ricercatori vogliono dare una risposta: quanto corrispondono giudizi di persone diverse, è possibile stabilire delle categorie di suoni, quanto ampio è il repertorio acustico dei globicefali (molto meno conosciuti da questo punto di vista rispetto alle orche). E ancora: un repertorio vasto di vocalizzazioni è segno di intelligenza? I suoni dei cetacei cambiano in presenza di sonar? Maddalena Jahoda

Per provare