Tartarughe e cetacei: i possibili destini degli "spiaggiati"
“Il recupero delle tartarughe marine in Toscana: aspetti gestionali e sanitari. Lo spiaggiamento dei cetacei: possibili destini”
Nella splendida cornice della seicentesca Certosa di Calci (Pisa), con una galleria a vetrate che da l’impressione che i cetacei fluttuino nella campagna toscana, si è tenuto, lo scorso venerdì 23 settembre, sempre nell’ambito del progetto GIONHA, presso il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’università di Pisa, un seminario che ha affrontato due importanti tematiche riguardanti la gestione dell’ambiente marino. La prima, il recupero delle tartarughe marine, con particolare attenzione alla nascente Rete Regionale Toscana, ha visto tra gli argomenti la promettente realtà della Rete Regionale per la conservazione della fauna marina in Sardegna, cosi come il centro di cura e riabilitazione della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli.
Nell'ambito della seconda tematica, lo spiaggiamento dei cetacei, Gianni Pavan del CIBRA e Michela Podestà del Museo di Storia Naturale di Milano hanno illustrato la Banca Data Spiaggiamenti e le problematiche relative alla musealizzazione dei reperti, mentre Mattia Panin del Dipartimento di Scienze sperimentali e Veterinarie dell’Università di Padova ha discusso le recenti tecniche sviluppate per lo studio delle patologie nei mammiferi marini.
I numerosi partecipanti hanno potuto ammirare la collezione di scheletri di cetacei presente alla Certosa, unica nel suo genere trattandosi della più importante raccolta esistente in Italia per numero di taxa rappresentati (27), dei quali sette unici per i musei italiani. Tra questi, gli scheletri di Balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), Balenottera boreale (Balaenoptera borealis), nonché Megattera (Megaptera novaeangliae) e Balena franca nordatlantica (Eubalaena glacialis).
Caterina Lanfredi
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