25 September 2008

Emozioni di un'estate


Zaino in spalla e una straordinaria amica come compagna di avventura, Silvia. La nostra destinazione, Episkopi. Poche parole e uno sguardo d’intesa rivelano il forte desiderio di mettersi in gioco ancora una volta, per una nuova stagione.

L’emozione diventa energia che si fonde con il rumore del motore del gommone che docilmente penetra tra le onde increspate dal vento. Breve il tragitto che ci separa dall’isola greca di Kalamos, ma infinito per i mille ricordi che ci legano a quella terra. Il tempo si è fermato e i nostri sensi vengono rapiti dall’euforia di sentirsi un tutt’uno con un mondo così semplice e perfetto. Siamo noi, capaci di assaporare la bellezza della natura, a godere dello splendore che ci circonda.

Il vento che improvvisamente cessa di accarezzare i nostri volti è il segnale che quell’attimo di infinito è momentaneamente sospeso. Siamo arrivate. Il cocente sole e l’assordante chiacchiericcio delle cicale ci accolgono. Sono quasi impercettibili i cambiamenti in paese: stessi volti, stesse barche ormeggiate in porto, ma sempre nuova è l’emozione di essere ancora una volta in questo paradiso terrestre. Panta rei, direbbe Eraclito, per intendere che l’uomo non può mai ripetere la stessa esperienza per due volte, così come 'non può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, a causa dell’impetuosità e della velocità del suo cambiamento'. Ed è proprio l’imprevedibile mutare delle cose il fattore che ci stimola a vivere questa nuova esperienza. Quello sguardo si fa più intenso e la complicità traspare attraverso un dolce e premuroso sorriso. Sì, siamo arrivate a casa! Kalòs orìsate, benvenute, e l’accogliente abbraccio di Marina, la ricercatrice Tethys alla quale diamo il cambio, non si fa attendere. Tutto ci conferma il nostro arrivo in 'famiglia'.

La nostra attenzione è ora rivolta alla ricerca di Nefertiti, la fedele gatta. Un fioco miagolio soffocato dall’esuberante natura delle cicale giunge alle nostre orecchie. Un altro, un altro ancora e poi dalla cantina sbucano sei orecchie: Nefertiti con i suoi due neonati cuccioli. Un sospiro di sollievo interrompe il fiato trattenuto per l’attesa. Occhi teneri e un manto color pastello sono i segni che contraddistinguono queste due creature. Tigro e Zoi (questi i nomi dei nostri amici a quattro zampe) hanno allietato le serate estive con i loro giochi e acrobazie sui rami del mandorlo di fronte a casa. La caccia notturna e le fusa faticosamente ottenute da una fugace carezza sono tutti ricordi di una intensa vita felina.

Episkopi è anche questo. Due mesi e mezzo in cui la mente è libera di captare la bellezza della vita, la fatica dell’imprevisto oppure il segreto della serenità. Qui un ricercatore è ammaliato da un incontro con un tursiope curioso così come da un avvistamento formidabile di delfini comuni, ma la vera gioia nasce dall’armonia della natura e dalla capacità di coglierne l’essenza in tutte le sue sfaccettature.

Quello zaino che portavo in spalla si è riempito, arricchito di incredibili avventure e conoscenze che mi hanno fatto apprezzare ancora di più il lavoro che svolgo, grazie alle tante persone incontrate lungo la mia strada. Quella compagna di viaggio che mi è stata accanto specialmente nei momenti più difficili è per me una rinnovata ragione di gioia e vera amicizia.

Quei due occhi color ocra e il manto grigio perla di Tigro rappresentano la continuazione di questa esperienza episkopiana -- perché ora quel cucciolo mi tiene compagnia in Italia e rende ancora più saldo il mio legame con la stupenda isola greca di Kalamos.

Annalise Petroselli

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