18 September 2008

Tursiope spiaggiato a Lefkada


Joan, con gli occhi fissi sullo schermo, legge la mail che Alexandros Frantzis, Presidente del Pelagos Cetacean Research Institute, gli ha appena spedito e si lascia scappare, quasi sottovoce, le parole “delfino spiaggiato”. Mi chiede di accompagnarlo a Lefkada. Non ho mai visto la carcassa di un cetaceo e sento crescere un misto di preoccupazione e insicurezza.

Il litorale a nord-ovest di Lefkada è una lunga striscia di sabbia chiara a ridosso di una strada delimitata verso il mare da alcuni mulini, che ci aiutano come riferimento per trovare il punto esatto dove l’animale si è spiaggiato. Davanti a noi c'è solo mare aperto. Il corpo giace, disteso sul lato destro, a pochi metri dalla riva su un cumulo spesso di foglie secche di posidonia. Tira vento e l’odore della decomposizione in atto è acido e penetrante; temo di avvertire un po’ di nausea e di non poter essere d’aiuto a Joan. Sulla pancia si è aperta una voragine da cui fuoriescono gli intestini e parte dello stomaco, la pelle annerita è lacerata in piu punti e l’occhio rigonfio fuoriesce dall’orbita. Il pene estroflesso ci rivela che si tratta di un maschio. Joan non ha nessun dubbio che si tratti di un tursiope. Non so se sia sfiorato dall’idea che possa essere un tursiope del vicino Golfo di Amvrakikos.

In questi casi dobbiamo prendere le misure del corpo dell’animale e prelevare campioni di pelle, di grasso, alcuni denti utili per stimarne l’età e analizzare il contenuto stomacale. Le fotografie devono testimoniare le modalità del nostro operato, il luogo e la condizione in cui il corpo è stato rinvenuto. Intorno al peduncolo caudale è attorcigliato un pezzo di tramaglio, con tutta probabilità reciso dal pescatore stesso, evidenza inequivocabile di bycatch.

Nella mia testa si affollano pensieri contrastanti. L’iniziale insicurezza è svanita per lasciare il posto a una nuova sensazione, un dispiacere causato dall’indifferenza dei bagnanti a pochi metri da noi. E ho un fotogramma, un momento preciso ancora vivo nella mia memoria. Durante la mattina, durante un transetto ad Amvrakikos, ho osservato un tursiope fare un salto a pochi metri dal gommone. C’è un istante in cui il delfino sembra rimanere come sospeso in aria. Quel salto spettacolare con l’animale che inarca il dorso e rientra in acqua senza sollevare spruzzi, una manifestazione lampante della sua forza e armoniosa agilità. Ora ho davanti agli occhi un corpo immobile, con la bocca spalacata a rivelare denti bianchissimi che contrastano con le mascelle marcescenti color carbone.

L’animale misura 2,3 metri, è un adulto... Joan comincia a eseguire l’autopsia.

Mauro Colla

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