31 January 2012

The magic of Samadai


Giuseppe Notarbartolo, Tethys' President, about the dolphins in the Red Sea studies by our friends from HEPCA:

A few days ago I returned to Samadai after an absence of six years, and before arriving there I feared disappointment. As it often happens these days in our fast degrading world, it is never too wise to compare reality with our past memories, particularly when these concern the delicate balance of a small, highly vulnerable coral reef, a sitting duck under the crossfire of the mounting pressures of tourism growth, climate change, overfishing and other threats. But as I soon discovered, I did not need to fear...
Read the article in an extract from HEPCA January Newsletter

Un articolo di Giuseppe Notarbartolo, Presidente di Tethys, sulla pagina dei nostri amici di HEPCA, che studiano i delfini del Mar Rosso.
Leggi l'articolo (in inglese)

18 January 2012

Concordia: una bomba per l'ambiente in pieno Santuario dei cetacei



C'è una stolta "immunità al pensiero preventivo" di cui fanno le spese delle vite umane - e ora, probabilmente anche l’ambiente: solo una sottile paratia di metallo separa una enorme quantità di combustibile dal pregiato ecosistema del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e del Santuario Pelagos per i mammiferi marini del Mediterraneo. Così scrive Giuseppe Notarbartolo di Sciara su "Il fatto quotidiano" nel suo commento sulla tragedia del'isola del Giglio.
Leggi l'articolo
foto Reuters

16 January 2012

A hope for Manta rays - Un raggio (di speranza) per le razze


Da qualche tempo si parla di finning e della pesca indiscriminata agli squali, ma pochi sanno che altri loro stretti "parenti" stanno correndo un grave pericolo: le mante, grandi razze filtratrici, e le più piccole mobule, rischiano di scomparire a causa di una pesca assolutamente insostenibile. L'allarme viene lanciato da Shark Savers e WildAid (due organizzazioni dedicate rispettivamente alla salvaguardia delle popolazioni di squali e di razze, e alla riduzione del consumo di prodotti da animali selvatici), con un rapporto chiamato "Manta Ray of Hope (un gioco di parole basato sull'inglese ray che si usa sia per Manta ray - manta - che per ray of hope - raggio di speranza).
Il rapporto documenta per la prima volta il declino a livello mondiale di mante e mobule a causa del commercio delle branchie; è infatti in grande aumento sui mercati asiatici la domanda di branchie di mobulidi che, bollite e seccate, vengono vendute per le presunte (ma tutt'altro che confermate) virtù terapeutiche.
Perché questa pesca è ancor meno sostenibile di quelle a carico di specie più tradizionali? Perché si tratta di animali molto grandi, quindi relativamente poco numerosi, ma soprattutto dal ciclo vitale molto lungo, e dalla riproduzione molto lenta. Le mante non depongono centinaia né migliaia di uova, bensì possono avere solo un piccolo alla volta ogni due o tre anni; quindi pur essendo pesci, la loro biologia è molto simile a quella dei mammiferi.
E proprio come nelle balene, una manta varrebbe più da viva che da morta, come rileva "Manta Ray of Hope", se è vero che il mercato delle branchie ha un valore di 11 milioni di dollari, che può sembrare ingente, ma è poco più di un decimo di quello turistico: il nuoto con questi spettacolari e mansueti animali infatti è un'attrazione per subacquei e apneisti nei posti più rinomati - basti pensare alle Maldive.
Tethys, che ha condotto studi anche sulle mobule del Mediterraneo, partecipa alla battaglia per la conservazione delle mante. Giuseppe Notarbatolo di Sciara, Presidente, che a "Manta Ray of Hope" ha collaborato personalmente, commenta: "Quello che sta succedendo a questi bellissimi animali è scandaloso".
Maddalena Jahoda
Vedi il video sul sito di "Manta Ray of Hope"
Scarica il rapporto (entrambi in inglese)

ING: "Manta Ray of Hope - The Global Threat to Manta and Mobula Rays" is a recently released report which details the plight of rapidly disappearing manta and mobula species due to extreme fishing pressure, that is largely unknown by the general public or conservationists. It is a joint initiative by international conservation organizations Shark Savers and WildAid with the participation of top field investigators. The comprehensive report documents worldwide manta and mobula declines due to the trade in their gills, a fact that is driving mantas and mobulas to the point of potential population collapse.
The destruction of ray populations is the result of demand for their gill rakers, with an estimated market value of $11 million annually. That is a fraction of the value of manta and mobula ray tourism, which is estimated at over $100 million per year, globally. Mantas and mobulas are one of the most sought-after underwater attractions for divers and snorkelers.
Manta and mobula ray populations are severely impacted by any targeted fishing because they have extremely limited reproductive biology. These rays can take ten or more years to reach sexual maturity and typically produce only one pup every two to three years.
The gills of manta and mobula rays are dried and boiled for preparation as a health tonic that is purported to treat a wide range of ailments. Yet the report’s researchers did not find the gill raker remedy listed in the official Traditional Chinese Medicine manual.
Shark Savers' mission is to save the world’s dwindling shark and ray populations, while WildAid focuses on addressing the human threat to wildlife. The Manta Ray of Hope Project is a joint initiative that includes top field investigators, leadings scientists and researchers, all working together to further the conservation of manta and mobula rays; Tethys, which is conducting research also on Mobula rays in the Mediterranean, collaborates to the project. "What is happening to these wonderful animals is outrageous" says Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Tethys' President.
Watch the video about "Manta Ray of Hope"
Download the report

picture by Manta Ray of Hope / Shark Savers / WildAid

13 January 2012

Ma per altri le balene non hanno prezzo


La proposta di un gruppo di ricercatori su Nature di stabilire un prezzo per ogni balena (vedi l'articolo precedente, balene in vendita) ha suscitato un'accesa discussione. I fautori della proposta sostengono che in questo modo gli ambientalisti potrebbero tutelare i cetacei "comprandoli" dai cacciatori, ma non tutti sono d'accordo. Sul sito della rinnomata WDCS (Whale and Dolphin Conservation Society) si spiega il perché. Ci sono motivi etici ma anche strategici e pratici: si rischierebbe di risvegliare l'interesse anche in altri Paesi potenziali cacciatori come la Cina e la Corea del Sud - e al Giappone non parrebbe vero vedere la domanda impennarsi artificialmente.
Inoltre stabilire delle quote può essere rischioso: come insegna il settore della pesca, queste sono spesso dettate più da motivi politici che scientifici. Un altro argomento è che lo sfruttamento da parte dell'uomo di animali dal ciclo vitale estremamente lento come quello dei cetacei è del tutto insostenibile. Ed infine, sostengono sempre alla WDCS, resta il fatto che l'uccisione di grossi cetacei resta una pratica crudele e disumana. M.J.
Leggi l'articolo (in inglese).

US researchers proposed, in the journal Nature, that the introduction of tradable quotas for catching whales could reduce the number of whales killed each year. Moreover, they say, this would possibly allow environmental groups to effectively buy whales in order to save them.
The Whale and Dolphin Conservation Society, WDCS, has questioned those suggestions for both ethical and practical reasons. Following article tells why it wouldn't work, according to WDCS.

12 January 2012

Balene in vendita


L'aveva già immaginato, anni fa, Jeremy Cherfas, giornalista esperto della moderna caccia baleniera; ora l'idea è stata riproposta da tre ricercatori americani sulla prestigiosa rivista scientifica "Nature": stabilire un prezzo per le balene, e metterle "in vendita". Le potrebbero comprare le associazioni ambientaliste per tutelarle, oppure i cacciatori - e in quest'ultimo caso il controllo sarebbe, se non altro, più efficace degli attuali bandi internazionali.
Sarebbe un modo per aggirare quella che Cherfas aveva descritto come "tragedia delle risorse comuni": chi sfrutta una risorsa che apprtiene a tutti (cioè uccide una balena) ne ricava un profitto enorme, mentre la perdita è talmente distribuita da non venire percepita come reale danno. In altre parole, le balene non "appartengono" a nessuno e di conseguenza chiunque se ne può appropriare, con il risultato che nessuno è sufficientemente motivato a salvaguardarle.
"Stabilire un mercato delle balene, dice Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Presidente di Tethys, è una formula interessante, che andrebbe studiata per molti altri elementi minacciati del nostro ambiente, marino e non."
M.J.

Leggi l'articolo sul Corriere delle Scienze


Il libro di Jeremy Cherfas è "Il canto delle balene", ed Geo

10 January 2012

Marine debris and marine mammals: what can be done?


Curious marine mammals such as sea lions may get entangled in manmade debris which can lead to severe injury or death. The 10 minute video “Entanglement of Steller Sea Lions in Marine Debris: Identifying Causes and Finding Solutions” depicts what happens to entangled Steller sea lions in Southeast Alaska and British Columbia and explains why consequences are so severe. The video explores the types of debris that Steller sea lions encounter, where it comes from, and what steps can be taken to reduce entanglements: what can we do to eliminate this threat?
Watch the video
A warning to sensitive viewers: some of the entanglement images may be disturbing.

03 January 2012

Buon Anno a un Pianeta da salvare


"C'è ancora tanto da salvare sul pianeta, e in mare in particolare. Anche per questo bisogna continuare a lottare", scrive, tra l'altro, Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Presidente di Tethys, nel suo augurio di Buon Anno su "Il fatto quotidiano".