31 July 2007

Pelagos, 23 – 29 luglio 2007


Luglio nel Santuario è finito all’insegna dei capodogli e delle balenottere. Durante la crociera il Team CSR ha festeggiato l’avvistamento numero 100 della stagione in compagnia di due maestose balenottere, che per più di un’ora hanno nuotato vicino a Pelagos, la barca da ricerca.

Il giorno seguente abbiamo incontrato e fotoidentificato un’altra coppia di balenottere, più schive però delle precedenti. Un vivace gruppo di stenelle striate si è esibito in spettacolari salti (leap e breach) ripetuti più e più volte.

Nella serata di venerdì tutto l’equipaggio è stato impegnato nella preparazione della festa di compleanno a sopresa per Shani, la studentessa statunitense rimasta 9 settimane a bordo di Pelagos per raccogliere i dati per la sua tesi di Master. Seguendo la ricetta dello skipper le ragazze hanno preparato una fantastica torta farcita di ben 9 piani!

Nonostante le ore piccole il mattino dopo siamo usciti in mare molto presto e, dopo più di dieci giorni di assenza, a poche miglia dalla costa abbiamo sentito i click dei capodogli. Guidati dall’idrofono riusciamo a trovare il primo individuo, poi il secondo e il terzo, che emergono a pochi metri di distanza. Prima della pausa pranzo sono già 4 i capodogli fotoidentificati e per ben 9 ore i click dei capodogli “risuanono” sul ponte di Pelagos.

Gli animali sono sempre rimasti a poche miglia dalla costa, spostandosi dai canyon di Bordighera a quello di fronte ad Arma di Taggia. Nel tardo pomeriggio siamo riusciti a fotoidentificare altri 4 animali, 3 dei quali sono risulati essere gli stessi incontrati in mattinata. La crociera si è conclusa domenica mattina con altri due avvistamenti di stenelle striate e con un ultimo bagno al largo.

Il team CSR

30 July 2007

Episkopi: non solo delfini


Sull'isola di Kalamos, ogni giorno siamo impegnati nelle attività che caratterizzano il progetto: uscite in mare alla ricerca dei delfini, analisi dei dati raccolti, lezioni ai volontari, ma anche lavaggio del gommone, fare la spesa, tagliare l’erba ecc.

Tutte le volte che torniamo alla base di Episkopi troviamo Nefertiti, la gatta episkopiana che da quattro anni ci ha 'adottati,' spaparanzata sul patio ad aspettarci. Ma Nefertiti non è sola… con lei c’è anche il suo unico piccolo della stagione che, pur essendo ancora un po’ intimorito, frequenta assiduamente il patio e il nostro giardino.

Il piccolo esce solo la sera non appena l’aria inizia a farsi più fresca e dopo aver preso un po’ di latte e di crocchette dalla ciotola, eccolo scatenato a fare 'agguatini' alla sua mamma, a perdersi dietro una foglia mossa dal vento o affascinato e immobile a osservare una cicala sull’albero.

A Episkopi, per nostra scelta, manca la televisione, ma guardare Nefertiti che gioca con il suo micetto è un vero spettacolo che allieta ricercatori e volontari.

Ora dobbiamo solo capire se si tratta di un maschietto o di una femminuccia e poi, come succede per tutti i nostri delfini, gli assegneremo un nome e verrà 'catalogato' anche lui nel nostro album fotografico.

Silvia Bonizzoni e Annalise Petroselli

29 July 2007

A special day at Kalamos


“Date 26th of July, time 8:17, seven people on board, starting point Episkopi, sea state 3” were the very first research data collected after two days of strong wind and rough sea. We decided to follow route B in the clockwise direction. This route passes south of the island of Kalamos.

After having checked the Mytikas fish farm, we started the survey. All eyes were scanning the irregular sea surface for dolphin fins. A large number of birds were following fishing boats as fishermen discarded fish bycatch at sea. One hour later big splashes attracted our attention; we approached carefully and we noticed the presence of seagulls inspecting the sea surface broken by large fish catching their prey. We started again our survey and a few minutes later a small zig-zag movement on the sea surface was detected. A swordfish! We were surprised about this event, as in the last years sightings of this species of fish have declined. Swordfish, tuna and common dolphins have become increasingly rare due to overfishing of their main prey. This encounter prompted us to restart the survey with more interest and attention.

After another two hours we stopped briefly in a nice village on the island of Kastos. Just before approaching the harbour, water turbolence and foam were seen: a fish school jumping out of the water. A school of small tuna about 50 cm long was chasing other fish during spectacular predatory events. Occasional races, jumps and rapid movements in a feeding franzy. In a few minutes the group dispersed and we were left with the emotion of a wonderful experience. During our coffee break we could feel the intense emotion of these encounters. Then the survey started again.

Annalise Petroselli and Silvia Bonizzoni

28 July 2007

Ionian Dolphin Project, 15-21 July 2007


Before I came to Kalamos, I did not really know what would wait there for me. And then, after a short trip on the inflatable, I saw it - a small village called Episkopi, with “our” base up on a hill. From the first moment, it looked comfortable to me. We got a quick tour through the house, interesting information and a really good dinner. So - the week could start. Early in the morning - breakfast. And then, right on the first day, we had our first sighting: we had the opportunity to see a swordfish and some tunas feeding at the surface. This was an exciting sight, but it should even get much better!!

Two days later, we (that means: Silvia, Annalise and five volunteers including myself) went near Lefkada - and on the way home there came the shout we have been waiting for: “dolphins in sight!”. Common Dolphins. I could see them, not far from us. Three adults and one juvenile. Silvia and Annalise started at once to do their work - our first sight!!! Exciting!

One got the NetPad (a palm-top computer), two others the equipment for timing respiration intervals. I was one of them ;-) Now we tried to find the difference between individual dolphins - something special on their fin - and focussed on one with a “notch” in it. To tell the truth, it wasn't very easy to follow one individual with the stop-watch. But we tried to do it as best as we could...

It was really amazing to see how they move, how elegant and smooth they slide into the water - come out again - start a new dive... You never know, what they will do next - a quick respiration, a long dive, a jump???

I cannot really tell why, but it is so satisfying to see them in their natural enviroment, to see how they interact and move... I still have the picture in my mind, when they were diving directly under our inflatable - so smooth and calm... You could see their colours, their eyes, their fins. It seemed like as if they knew, what we are doing - watching them. And they watched us as well. To follow one individual, to watch him and find out what he is doing - really fascinating and exciting!

That day got even more perfect as we saw another group of bottlenose dolphins, swimming near a fish farm. Two sightings in one day - we have been sooo lucky! And it was really great!

But not only the sightings made this week nearly perfect - almost evrything fitted together. Seven different people - everybody with other roots and expectations - but all being there for the same thing. Even though it was work, we had fun and a great time, and some really exciting days out at sea.

Thanks to everybody that made this project possible. And a lot of thanks to “our” researchers and to “OUR DOLPHINS”!!! ;)

Eva, Austria

27 July 2007

Pelagos, 16–22 luglio 2007


Finalmente dopo tante settimane è tornato il mare calmo e la straordinaria visibilità di questi giorni ci ha permesso di avvistare a miglia di distanza qualsiasi cosa abbia increspato l’acqua, liscia come l’olio. E’ stata una settimana all’insegna delle stenelle striate, incontrate ben 13 volte. Durante un avvistamento abbiamo osservato un gruppo di oltre 100 individui impegnato ad alimentarsi in superficie, in un susseguirsi di salti, “porpoising” e “rank formation” in mezzo al pesce che cercava di sfuggire ai predatori saltando a sua volta fuori dall’acqua. I gabbiani ne hanno approfittato e alcuni uccelli più arditi si spingevano al punto di rubare il pesce letteralmente “sotto il naso” delle stenelle.

Date le ottime condizioni del mare, una notte siamo rimasti alla cappa in mare aperto e la mattina, dopo due ore di navigazione, è comparsa per un attimo una balenottera, per sparire subito dopo. Fortunatamente, dopo poche miglia abbiamo visto altri due soffi. Paolo, lo skipper, invece di avvicinarsi ha messo in folle, perché i due animali, apparentemente incuriositi dalla nostra presenza, si sono mossi verso di noi. Sono rimasti con noi per oltre un’ora, durante la quale siamo stati indaffarati nella raccolta dei dati. Una balenottera ci è sfilata a prua, a pochissimi metri, mostrandoci tutta la sua grandezza e facendoci stupire ancora una volta per la straordinaria forma idrodinamica di questa specie.

Il team CSR

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Un soffio, un salto, l’acqua si increspa.
L’equipaggio in fibrillazione, occhi pieni di stupore di fronte all’inesistente attrito dei cetacei nell’acqua. I loro occhi ci scrutano quanto i nostri scrutano i loro. Un incontro che pretende attenzione e rispetto, un incontro che ci ricorda l’eterna fascinazione per le creature marine, un incontro che rimanda a storie di capitani e di ossessioni… A presto…


Isabel e Paolo, Italia

Having expected to see maybe two or three glimpses of a fin or tail in the distance, seeing well over a hundred striped dolphins and some fin whales so clearly was really unbelievable. Hopefully the first of many marine experiences. Thank you Tethys!!!

The week was an unforgettable experience and I am incredibly glad to have had the opportunity for such an adventure. Congratulations and thanks to the team of researchers who made the week so enjoyable!

Laurence and Jake, U.K.

26 July 2007

Kalamos, transetto B


Il transetto di oggi è il B. È un tragitto un po’ noioso ma la standardizzazione dello sforzo di ricerca non ci lascia scampo. Costeggiamo il lato ovest di Kalamos, la nostra verde e bella isola.

Nella luce radente delle otto del mattino l’ombra della montagna si fonde nel blu profondo del mare sulla cui superficie si cerca una pinna, uno spruzzo o un salto.

Giriamo nel canale fra Kalamos e Kastòs. La calma del mare qui è incredibile, sembra quasi solido, concreto: una lastra di basalto dalle mille spaccature, ogni piega un riflesso. Veniamo distratti da alcune macchie all’orizzonte, un gruppo di berte posate sulla superficie. Decidiamo di andare a controllare.

Non si spaventano quando ci avviciniamo. “Berta chiama delfino comune” dice un antico proverbio dei ricercatori di Kalamos (!), ed è con sospetto che ci allontaniamo. Poco dopo altre berte, ma stavolta pescano, e sotto di loro gli spruzzi e i salti dei tonni intenti a mangiare. Proviamo ad avvicinarci ma svaniscono come fantasmi.

Poco dopo ecco un altro incontro… una gigantesca mobula, di quasi due metri di apertura ‘alare’, ci appare sotto al gommone. Il tempo di vederla, e poi scompare anche lei.

La calma apparente è rotta di continuo, la tensione aumenta. Un pesce volante rompe la superficie, accompagnandoci fino alle fish farm. Ed eccoli, finalmente, i nostri tursiopi: uno, due, poi altri. Sono i soliti: Dustin, Lara, Indio, SimilMoon… ma c’è una sorpresa fra loro: un neonato! È il quinto piccolo di Atena, un meraviglioso cucciolo che segue in modo sgraziato il nuoto lento del gruppo di cui fa parte da appena due settimane.

Per un’ora e mezzo li seguiamo, ma decidiamo poi di lasciarli da soli, liberi di nuotare senza il ronzio del nostro motore. Ci dirigiamo entusiasti verso Episkopi, con la speranza che il nuovo piccolo possa vivere in queste acque per molti anni.

Giovanni Romagnoni

24 July 2007

Dolphins of Greece, July 2007


I truly enjoyed my time at the Dolphins of Greece expedition in the Amvrakikos Gulf. I was impressed by the dedication of Giovanni, Joan and Susie to their research, the dolphins, education and to us the volunteers. The team provided us with an opportunity to fully participate in the process vs. just being observers. The most exciting and rewarding parts were being out on the boat and being part of the combined, orchestrated effort to efficiently and accurately record the data and then getting to come back in the afternoons and see what happens with all the pictures taken. Who knew each of the dolphins’ dorsal fins are so different?

The experience was powerful for me personally, as the last time I had really thought about science was in my high school biology class (more years ago than I will admit), and this gave me the rare and special opportunity to learn and be educated in a way that I otherwise would never experience. Giovanni, Joan and Susie took the time to impart their knowledge to us with lectures and videos giving us the great opportunity to ask questions and discuss issues in an intimate setting.

The icing on the cake was the beautiful setting of the gulf, from the sunrises and sunsets, being out on the water and getting the chance to jump in after a long hot day.

The experience was truly remarkable.

Jenny, USA

23 July 2007

Kalamos, 23 luglio 2007


A Kalamos la settimana inizia bene. Lunedì mattina si esce dal porto verso le otto e facciamo un rapido controllo alle fish-farm di Mityka, poi si procede lungo il transetto A. Il mare è piatto, ma c’è molta foschia e la visibilità è scarsa, quindi le nostre aspettative di avvistare i delfini sono piuttosto basse.

Dopo appena mezz’ora arriva però la smentita: ecco una pinna, poi due, poi altre. Un gruppo numeroso, la cui composizione cambia di continuo. I movimenti sono confusi, tanto da non riuscire a contarli con precisione.

Nel gruppo riconosciamo chiaramente alcuni dei “nostri”, gli individui stanziali, altri invece sono meno distinguibili. Dal ritmo delle respirazioni possiamo presumere che si immergano in profondità per cacciare. La sensazione che ci danno guardandoli dalla superficie è di grande tranquillità, ci trasmettono un senso di libertà.

All’improvviso avviene qualcosa: tre individui, fra cui SimilMoon e il suo giovane, si staccano e accelerano il nuoto. Si dirigono senza incertezze verso la fish farm di Mytika e a giudicare dal loro porpoising, potente ed elegante, hanno anche una certa fretta. Li seguiamo, ma stentiamo a seguire i loro spostamenti tra le gabbie. Alcuni operai alimentano il pesce allevato: il cibo che sfugge ai pesci imprigionati attrae altro pesce libero, fuori dalle gabbie. Ipotizziamo che quest’ultimo sia la preda dei nostri delfini.

Dopo pochi minuti, ecco confermata la nostra teoria… una foto di Silvia ritrae uno dei delfini che stringe qualcosa in bocca, qualcosa di luccicante. A casa, esaminando gli ingrandimenti delle foto digitali, scopriremo che si tratta di un grosso pesce, forse un nasello. Dopo questa piccola scoperta ci godiamo gli ultimi momenti con i delfini, a pochi metri dalla riva (ecco perché si chiamano delfini costieri!).

Per oggi basta così: prua verso Mytika, verso un meritato caffè-frappé.

Giovanni Romagnoni

12 July 2007

International affair


By Nicola Hodgins, WDCS

This trip was a truly international affair with guests coming from far and wide. Represented on board was of course Italy (by our esteemed skipper and crew), Spain, Austria, the Netherlands, USA, England and Scotland - quite a team! The week began with a sighting of 2 fin whales not long after leaving harbour and these majestic beasts left most participants speechless as they tried to comprehend the sheer size of the animals.

To follow was a brief encounter with a small pod of striped dolphins bow-riding and leaping clear of the water all around the boat, more fin whales and even a sunfish and 2 sharks. The most spectacular day however was our last, no less than 9 sightings of sperm whales (or to be scientifically correct, cachalot)!! Having tracked them with the hydrophones, we were able to not only watch these creatures of the deep but were able to listen to their vocalisations as they dived to the depths to seek out their dinner of squid. Quite amazing!

Everyone went home with memories to last a lifetime and promises of returning next year!

Nicola Hodgins, WDCS - The Whale and Dolphin Conservation Society


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What an experience! A plethera of sperm whales and a couple of beautiful fin whales. Only a few stripped dolphins, but the whales made up for that. The researchers are doing such valuable work – it is a privilege to have been a small part of it. Thank you!
Moyra, Scotland

As long as institutions like Tethys exist and researchers as dedicated as the researchers of the Pelagos are part of it, there will be still hope for the sea mammals on this planet. Many thanks to the researchers and skipper Paolo for the most interesting week I spend on the Pelagos...
Gerda, the Netherlands

Another brilliant trip and so many sperm whale sightings – amazing animals. Great to see the fin whales as well. Life on board is ideally suited to the important research that Tethys undertake. Many thanks to everyone from Tethys for a great time...
Tim, UK

07 July 2007

Pelagos, 25 giugno - 1 luglio 2007


Momenti che si ricordano tutta la vita. E’ stato il caso di questa settimana a bordo di Pelagos: non credevo che avrei mai potuto sentire e vedere così tanti capodogli in pochi giorni.

Soffio a ore 2! Otto animali in tutto.

Soffio ad ore 9! Un capodoglio di fianco a noi, in controluce. Abbasso la macchina fotografica e lo guardo: la peggiore posizione per la fotoidentificazione, ma la migliore per restare impresso nella mia memoria.

Rientrando a tarda sera ne incontriamo altri due. Non sono soli. Con loro ci sono delle stenelle striate impegnate in uno straordinario “whale-riding”.

Insieme ai partecipanti questa settimana sbarco anch’io, lasciando il posto ad altri ricercatori. Non vedo l’ora di tornare a bordo per vedere cosa mi attenderà!

Veronica Littardi

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I came in contact with Tethys via the newsletter of my university, and I thought “why not going there…”. Well, now that I completed the course, I have to say that I am very impressed by the work that is done here, from the scientific point of view as well as the logistics. I admire the competence, the kindness and the patience of all the staff members.
Sandrine (Brussels)

05 July 2007

Grampi monegaschi

Sono le intuizioni a fare la differenza per un ricercatore. Se poi a queste si aggiungono la capacità di uno skipper e un team di collaboratori che si fida di te, ecco che anche il Tirreno settentrionale, tutte le acque del Santuario, in una domenica mattina di fine giugno possono stare ad ascoltarti. E per poche ore livellare le onde sulla superficie, tirare a lucido il cielo e presentare un sole caldo con raggi puntiformi che si disperdono sull’acqua. Temperatura di colore che, per chi conosce di fotografia, è l’ ideale. Niente ombre e atmosfera leggermente fredda, sull’azzurro.

A poche miglia dalla costa di Bordighera, in un tratto di mare che sembrava senza vita, come un anno fa, la stessa ora, le otto, un gruppo di Grampi appare a spezzare una monotonia che stava assumendo la forma di una normalità a cui in barca uno non si abitua mai. E sono le vicende che stanno dietro a certi incontri a renderli ancora più entusiasmanti.

Settimana inconsueta e anomala. Colpa del vento che ci ha lasciato uscire poco e male, transetti accennati e rotte inusuali verso levante. Che fatica per portare Pelagos sopra gli abissi, quei fatidici 2000 metri d’acqua. Certo l’incontro con i capodogli, plurale, perché c’erano almeno 5-6 animali sotto la chiglia della barca aveva avuto il retrogusto del accaduto che non si scorda più. Fotogramma nitido che accarezza la retina.

L’idrofono ha fatto bene il suo lavoro. Serpente traslucido che sprofonda a 12 metri sott’acqua per rimanere in ascolto. Due microfoni speculari. Certi click erano così prepotenti da arrivarti nella pancia. Attimi di vero caos emozionale in barca.

Ma un partecipante insisteva per vedere i grampi, sembrava, la sua, quasi una specie di ossessione. E Veronica si è fidata di se stessa e di un’intuizione. Sveglia alle sei, mettiamo la prua di Pelagos a sud e vediamo cosa succede. Poi cambiamo rotta e stiamo paralleli alla costa di ponente. Ognuno di noi sa cosa fare. Fotoidentificazione. Behaviour con il Palmito che ha preso il posto di quello strano oggetto chiamato Psion che aveva assunto le sembianze di una strana maledizione per i ricercatori del CSR.

Registrazione audio delle vocalizzazioni del gruppo. Respirazioni più o meno ad intervalli regolari. Velocità costante di due nodi. Due animali giovani. Uno schiacciato sul lato a fianco della madre, l’altro compare ora qua, ora là nel gruppo che si muove senza un ordine apparente. Conoscerne le gerarchie sì che sarebbe interessante.

Rotta 270°. Siamo davanti a Montecarlo ormai. Paolo deve manovrare Pelagos con precisione. Io che insisto per stare loro trasversale. A portata del 200 mm della Canon. Il resto è una lezione di etologia a cielo aperto. Spyhopping, Surfacing, mostrano la coda perpendicolare sul profilo dell’acqua poi le teste di nuovo, si sparpagliano casuali e stanno immobili a prua. Il più bianco punta la barca, ma poi decide di virare. Accenni poco vogliosi di bow riding. Ci sono 6 animali adulti, 5 riusciamo a identificarli per entrambi i lati. Manca solo il Matching. Ma non è lavoro sul campo. Come tutte le mattine fanno colazione a Bordighera e poi tornano nelle acque del Principato?

Il ritorno verso Sanremo è emozionate. 25 nodi di vento e le onde che sfiorano i due metri. Rimane forte il sole, acqua inonda il ponte di Pelagos, fino alle finestrelle della cabina di comando. Fino a noi, stesi a poppa. Vedo solo sorrisi. Questo mare in rivoluzione non preoccupa nessuno. E’ quasi casa.

Mauro Colla

04 July 2007

Pelagos, 18-24 giugno 2007


Questa settimana Pelagos e il suo equipaggio hanno fatto rotta verso levante, nel tentativo di monitorare tratti di mare che quest’anno non erano ancora stati percorsi.

Nonostante le condizioni meteorologiche avverse non sono mancati gli avvistamenti. Dopo un lungo rilevamento acustico, effettuato con l’ausilio dell’idrofono di bordo, ecco i tanto attesi capodogli. Dei quattro avvistati, uno in particolare ha colpito la nostra attenzione, manifestando un comportamento atipico. L’animale è rimasto a lungo sotto il pelo dell’acqua, quasi immobile, spostandosi lentamente intorno alla barca e mostrando più volte la sua enorme testa.

L’ultimo giorno della settimana abbiamo incontrato anche un gruppo di grampi composto da sei adulti e due piccoli. Una delle femmine era “Anto”, che lo scorso anno era stata avvistata insieme al suo piccolo.

Il team CSR


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I booked only one week ago and hardly knew that there where cetaceans in the Mediterranean Sea, so you can imagine the amount of things I learned in only six days! I hope I will be able to come back next year for another week, with my wife and friends. An unforgettable experience.
Nicolas, France

03 July 2007

Le nostre balene


Ci sono ormai molti libri sui cetacei. Questo è un libro sui cetacei, ma anche sui cetologi. Ho scritto “Le mie balene” dopo oltre 20 anni trascorsi con Tethys, cercando di raccontare l'avventura della nascita della cetologia "di campo" in Italia, a partire da quel giorno in cui Giuseppe Notarbartolo di Sciara approdò alla scrivania di fronte alla mia, nella redazione della rivista "Airone", appena giunto dagli Stati Uniti con un sacco di nuove idee.

Ci furono così la prima spedizione in Adriatico alla ricerca di quei tursiopi che allora non avevamo nemmeno mai visto, seguita da molte altre crociere, con pochi mezzi e molto entusiasmo; poi vennero gli incontri mozzafiato con i capodogli, le stenelle, i grampi, studiati con metodologie sempre più mirate, che nel giro di qualche anno saranno tecniche d'avanguardia. E finalmente, i risultati scientifici, che diventeranno via via sempre più importanti, per giungere infine a delle conquiste in termini di conservazione come la creazione del Santuario del mar Ligure, la proposta dell'istituzione di aree protette in Croazia e in Grecia.

Sono state - e sono - esperienze meravigliose, fatte di momenti emozionanti come quelli in compagnia delle balenottere comuni del Mar Ligure, ma anche di clamorosi imprevisti come quando la guardia costiera jugoslava, a metà degli anni Ottanta, ci scambiò per spie della guerra fredda; ci sono i volontari che da "sempre" ci accompagnano, con il loro prezioso aiuto - a volte colorito da aneddoti e piccole disavventure; ci sono i tanti colleghi che hanno condiviso con me la passione per la ricerca sui cetacei, con una dedizione davvero fuori dal comune, tanto da compiere "acrobazie" per ottenere un campione di feci di balenottera o da starsene ore e ore sulla crocetta della barca per avvistare i globicefali.

Oggi accade più di rado che ci guardino allibiti quando diciamo che studiamo le balene, o che ci chiedano se siamo per caso diretti in Patagonia o nell'Artico; in due decenni la ricerca cetologica in Mediterraneo ha fatto passi enormi e ha contribuito a modificare la coscienza del pubblico in materia di salvaguardia dell’ambiente marino. Eppure, purtroppo, le misure di tutela avanzano lentamente e faticosamente mentre le minacce "galoppano" a ben altra velocità: mentre c'è chi studia gli effetti dei DDT e PCB, adoperandosi per vietarne l'utilizzo, nuovi inquinanti ancor più nefasti vengono riversati nell'ambiente. Mentre si studia l'ecologia di una delle ultime comunità mediterranee del delfino comune, la popolazione svanisce letteralmente sotto i nostri occhi, con ogni probabilità per mancanza di pesce, pesantemente sovrasfruttato dall'uomo.

Eppure in molti ancora ci chiedono: ma perché dedicare tanti sforzi ed energie per studiare animali così remoti e così lontani dal nostro quotidiano? Mescolando un po' di avventura, immagini e dati scientifici spero di far capire anche a chi alla cetologia non si è mai dedicato che ci sono motivi reali per cui “salvati” i cetacei avremo preservato anche tutto il resto dell’ambiente marino: essendo alla fine della lunga catena di interrelazioni tra organismi, i cetacei - così come la nostra specie - possono sopravvivere solo se tutto il resto è un buona salute.

Nel ventennio e più di cetologia nostrana è contenuta in buona parte anche la Storia di Tethys e di coloro che l'hanno fatta nascere e crescere. Ho scritto questo libro, impreziosito dalle foto in gran parte di Tethys, e da una bella prefazione di Giuseppe Notarbartolo, con molto affetto e gratitudine per tutti quelli che mi hanno accompagnato in questi anni. E per le "nostre" balene.

Maddalena Jahoda

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Maddalena Jahoda. Le mie balene, I cetacei del Mediterraneo visti da vicino (Mursia, 156 pagine, 17 Euro).