29 February 2008

The Making of Whales of the Mediterranean Sea


(...) When we reached our final destination in Paleochora, it was time to travel north. We dragged 7 bags onto a bus for three hours, took an overnight ferry to Athens, jumped in a car and drove 6 hours to the small town of Vonitsa. Giovanni Beazi, Joan Gonzalvo and Silvia Bonizzoni of Tethys took us under their wing for a week. We learned about the complex issues surrounding the decline of the short beaked common dolphin around Kalamos and in the Mediterranean over recent years.

Backed by irrefutable data, Giovanni trusted us to tell a story that had taken him years to piece together. Many people think that dolphin, or any marine mammal research for that matter is an easy job. On the contrary, it takes years of dedication and passion, long hours usually accompanied by a lack of funding, and meticulously attention to every detail to document a subject. In Giovanni's case, the hardest part is that he has had to watch those animals disappear in front of his eyes. Giovanni has worked in the eastern Med for years, and now Joan is leading the way in sharing the science and conservation posibilities with local communities and fishermen. If you want to get involved and help them, you can. They run a fantastic Earthwatch program, which is a great opportunity to see bottlenose dolphins in the wild - a population that continues to thrive, unlike most in the Med. (...)

Chris Johnson / EarthOCEAN

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Irish Dolphins Conference


The conference is scheduled for May 12th to14th, 2008, and takes place in Dingle, Co.Kerry (Ireland). Dingle is famous as the home of Fungie, the sociable bottlenose dolphin that 24 years ago choose to settle in this harbour and to interact with locals.

The meeting is related to this kind of active interaction between dolphins and humans. The main goal is to share different experience with interactive dolphins and to try to answer to some debated points, such as: when is it OK to swim with dolphins and when it is not, what are the actual threats to an interactive dolphin's health and life, why do some people want to control or ban swimming with dolphins, can a general Code of Conduct for swimming with dolphins be drawn up, etc.

The meeting will have an European focus, but experts in all aspects of dolphin-human interactions and studies from all over the world are expected to attend. Biologists, psychologist, anthropologists, writers, film-makers and many people with long experience of interacting with cetaceans, are also invited.

If you’re interested, please note that there are only 80 places available!

SB

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For more information:
www.irishdolphins.com/conference

28 February 2008

Advice

“Any scientist who wants to make important discoveries must study an important problem”.

— Peter Medawar in Advice to a Young Scientist

Reply by Daniel Pauly to question: "What’s the best piece of advice you’ve ever received?" on Nature's Lifelines. Nature 421:23 (2 January 2003).

27 February 2008

I pescatori difendono il Golfo di Amvrakikos


Domenica 24 febbraio, a Vonitsa (Grecia), si è svolta un’importante manifestazione di protesta in difesa del Golfo di Amvrakikos.

I pescatori locali, supportati dai rappresentanti delle loro cooperative e da un’organizzazione locale, hanno lamentato lo stato di crescente degrado in cui verte il golfo e hanno chiesto una serie di azioni a tutela dell’ecosistema.

I problemi denunciati sono numerosi, ma riguardano principalmente la qualità delle acque, gli scarichi urbani non trattati che si riversano nel golfo e la mancanza di controlli sulle attività di pesca illegali.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: morie di pesci negli allevamenti ittici, tossicità dei molluschi filtratori allevati, come le cozze, incremento dell’eutrofizzazione e delle zone anossiche. Oltre a tutto questo si aggiunge anche l’intenzione di una compagnia di idrocarburi con base nel golfo di potenziare la sua attività e, di conseguenza, aumentare il traffico di petroliere.

L’Istituto Tethys, che svolge ricerche nel golfo dal 2001, ha evidenziato (e pubblicato) da tempo le stesse problematiche denunciate dai pescatori - problemi che naturalmente costituiscono una minaccia anche per i tursiopi che vivono in questo bacino semi-chiuso.

Il ricercatore di Tethys Joan Gonzalvo è stato invitato a partecipare all'assemblea cittadina dove si è discusso di questi temi.

Silvia Bonizzoni

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Per maggiori informazioni sulle ricerche di Tethys sui delfini del Golfo di Amvrakikos:
http://www.tethys.org/projects/IDP/index.htm

26 February 2008

Save the tuna


Tuna are vanishing, worldwide, due to unsustainable fishing pressure and short-sighted environmental management.

That tuna are collapsing is now perfectly clear. It has been repeated by a large number of scientists and experts, and even by fishermen.

So, it’s time for us to act. If you want to change the situation, there is something you can do.

If you don’t buy tuna, you give to this amazing species a chance of survival. Take action now: stop consuming tuna, and recommend to your friends to do the same.

SB

(Drawing by Massimo Demma)

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For more information:
http://www.wildlifeextra.com/tuna-boycott638.html
http://www.panda.org/about_wwf/what_we_do/marine/news/index.cfm?uNewsID=125120
http://environment.newscientist.com/article/dn13346-tuna-fisheries-facing-a-codlike-collapse.html

25 February 2008

Catture accidentali nelle reti da pesca: l’ennesimo nemico


Ogni anno milioni di tonnellate di animali marini rimangono vittime (accidentali) della pesca. Cetacei, squali, tartarughe, uccelli marini, pesci sotto taglia o non commerciabili, coralli e stelle marine sono solo alcuni esempi di ciò che viene indiscriminatamente pescato e ributtato in mare, ormai morto o morente.

Le catture accidentali (tecnicamente bycatch) riguardano numerose specie marine e la situazione è ancora più grave se si pensa che queste stesse specie sono già pesantemente afflitte da altre minacce di origine antropica.

Per denunciare la portata del problema, il WWF ha creato all’interno del suo sito una sezione dedicata al bycatch. Oltre a utili informazioni sulle diverse reti da pesca e sulle possibili soluzioni per ridurre le catture indesiderate, nel sito si può vedere un video di due minuti che, in una efficace sequenza di immagini, illustra la gravità del problema.

Una delle frasi conclusive del video raccomanda: "Dobbiamo pescare nel posto giusto, con la rete giusta, al momento giusto".

Aggiungerei solo... e nella quantità giusta.

Silvia Bonizzoni

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Per vedere il video del WWF:
http://www.panda.org/about_wwf/what_we_do/marine/problems/bycatch/index.cfm
Per maggiori informazioni:
http://www.panda.org/about_wwf/what_we_do/marine/problems/bycatch/issue/index.cfm

17 February 2008

Impatto globale sui mari del Pianeta


Sull'autorevole rivista scientifica Science è stato da poco pubblicato uno studio impressionante sugli ecosistemi marini.

Mari e oceani sono sempre più in pericolo a causa della crescente e inarrestabile pressione antropica. Questo concetto è ben noto a tutti, ma per la prima volta un team di 19 ricercatori ha quantificato l’effetto delle attività umane sulle masse d'acqua dell'intero pianeta.

Gli esperti hanno creato delle mappe tematiche inerenti a tutte le attività umane che, direttamente o indirettamente, hanno un impatto sui diversi ecosistemi marini. Esaminando diversi ambienti, come ad esempio barriere coralline, mangrovieti e scarpate continentali, i ricercatori hanno ottenuto 17 mappe che illustrano l'impatto cumulativo di ogni minaccia (pesca, inquinamento, cambiamento climatico etc.) su quella particolare area.

Le analisi si basano su un procedimento complesso, ma il risultato è molto semplice:

1) nel pianeta non esiste area che non sia stata influenzata negativamente dalla presenza dell'uomo;

2) il 41% delle masse d'acqua sono fortemente alterate da attività antropiche;

3) le uniche aree in cui l'impatto è ancora minimo sono localizzate ai poli.

Grazie a una scala colorimetrica è stato possibile definire il grado di pericolo cui viene sottoposto ciascun ambiente marino. I dati riassunti nelle mappe forniscono quindi informazioni critiche per la valutazione delle diverse attività antropiche, indicando se queste possano proseguire, se debbano essere arrestate o se possano essere esercitate in altre zone meno sensibili.

Questo nuovo approccio analitico costituisce un utile strumento gestionale tanto a livello globale quanto a quello di singole zone.

Nell’area del Santuario Pelagos dei Cetacei, ad esempio, la mappa relativa all’impatto causato dal traffico marittimo evidenzia come questa tipo di attività umana non sia assolutamente sostenibile dall’ecosistema. Ciò conferma le preoccupazioni dell’Istituto Tethys, che già nel 2000 denunciarono il problema delle collisioni tra grandi cetacei e navi all’interno del Santuario.

Silvia Bonizzoni

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Per maggiori informazioni:
http://www.nceas.ucsb.edu/GlobalMarine/
http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/319/5865/948
http://sciencenow.sciencemag.org/cgi/content/full/2008/214/2

15 February 2008

Save the Moray Firth Dolphins


The bottlenose dolphins of the Moray Firth, Scotland, are probably the best-known and most-studied cetaceans in the United Kingdom. The population is small (only 130 individuals), isolated and vulnerable. These is why, in 2005, a Special Area of Conservation was established to protect their core habitat - the Moray Firth.

Despite this designation, in December 2007 the U.K. Government decided, unbelievably, to allow oil and gas exploitation and development - right within the dolphin sanctuary.

If we let them do this, the small and vulnerable population of bottlenose dolphins living in the Moray Firth will be exposed to significant danger.

Your help is therefore needed. The Government has allowed until March, 14th, for the public to respond.

Please sign the petition to persuade the UK Government to keep oil and gas out of the Moray Firth dolphin sanctuary.

SB

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To sign the petition:
https://secure.wdcs.org/hych/petition/

For more information: http://www.wdcs.org/dan/publishing.nsf/allnews/B3D3C0AD55F1EAEF802573E5005084A1

14 February 2008

Sanctuaries of the Sea


Sanctuaries of the Sea è il quinto e ultimo episodio della serie Cetacean Investigation, una raccolta di documentari prodotta da earthOCEAN.

Negli episodi precedenti Chris e Genevieve Johnson hanno illustrato le caratteristiche del Mediterraneo, hanno parlato dei cetacei che ci vivono e identificato le specie più a rischio e i problemi che le affliggono. Questo nuovo documentario costituisce il capitolo conclusivo della serie e si focalizza sull’importanza delle Aree Marine Protette.

Il protagonista del documentario è Erich Hoyt, autore di numerosi libri e uno dei massimi esperti di aree protette. Vengono intervistati anche Ana Cañadas e Ricardo Sagarminaga, due ricercatori spagnoli che studiano i cetacei nel Mare di Alboran, e Cristina Fossi, tossicologa all’Università di Siena.

Nel video si parla anche del Santuario dei Cetacei, fortemente voluto dall’Istituto Tethys che ne ha proposto la costituzione già nel 1990. Le ricerche svolte da Tethys negli ultimi vent’anni ne evidenziano la straordinaria biodiversità, l’abbondanza di cetacei, ma anche la fragilità. Il Santuario è infatti minacciato da un’intenso traffico marittimo, da un’elevata concentrazione di sostanze tossiche nella rete trofica e dall’uso illegale di reti pelagiche derivanti.

Secondo Erich Hoyt, il Santuario dei Cetacei, così come tante altre AMP, rappresenta una sfida. L’obiettivo è infatti quello fornire una tutela effettiva (e non solo una tutela sulla carta) di tutte le specie e gli ecosistemi marini.

L'istituzione di Aree Marine Protette non è certo l’unica soluzione a tutti i problemi dei nostri mari, ma si tratta sicuramente di un ottimo punto di partenza!

Silvia Bonizzoni

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Il quinto episodio di Cetacean Investigation è visibile sul sito: http://www.earthocean.tv/series/whalesmed_part5.html

Per maggiori informazioni sul Santuario dei Cetacei:
http://www.tethys.org/sanctuary.htm

09 February 2008

The Story of Stuff


From its extraction through sale, use and disposal, all the stuff in our lives affects communities at home and abroad, yet most of this is hidden from view.

The Story of Stuff is a 20-minute, fast-paced, fact-filled look at the underside of our production and consumption patterns. The Story of Stuff exposes the connections between a huge number of environmental and social issues, and calls us together to create a more sustainable and just world.

It'll teach you something, it'll make you laugh, and it just may change the way you look at all the stuff in your life forever.

The Story of Stuff

07 February 2008

Petrolio tra i delfini?


Foto Reuters


Un cargo con a bordo 1000 tonnellate di greggio è in fiamme e sta minacciando le coste della Croazia.

La nave era diretta a Trieste, ma ieri ha preso fuoco a circa 13 miglia a est di Rovigno e ora le correnti la stanno trascinando sempre più verso la costa. L’equipaggio è stato messo in salvo, ma il problema ambientale incombe.

La zona in cui è avvenuto l’incidente è ben nota ai ricercatori dell’Istituto Tethys. Tra il 1986 e il 2000, Tethys ha infatti ideato e gestito l’Adriatic Dolphin Project, un progetto di ricerca sui tursiopi dell’Adriatico settentrionale.

Lo studio si è focalizzato nelle acque presso l’isola di Lussino, una delle zone più importanti per i cetacei, non distante dalle acque di Rovigno dove la nave sta bruciando.

In seguito a una proposta fatta da Tethys nel 1993 e agli sforzi dell’associazione croata Blue World, nel 2006 è stata ufficialmente istituita presso Lussino un’Area Marina Protetta dedicata ai delfini, dell’estensione di 526 Km2. Ma nonostante questi e altri tentativi di valorizzare il patrimonio naturalistico dell’Adriatico settentrionale, le minacce antropiche sono ancora molte, come ci dimostrano le recenti notizie.

In queste ore, si sta cercando di spegnere l’incendio e mettere in sicurezza il pericolosissimo carico della nave. Il Ministro dei Trasporti croato, Bozidar Kalmeta, afferma che “la situazione è grave ma al momento è tutto sotto controllo”.

Tuttavia, la preoccupazione è grande. In un mare chiuso e poco profondo come l’Adriatico, i danni derivanti da uno sversamento petrolifero sarebbero incalcolabili. Devastazioni ambientali, inquinamento, pesanti ricadute sul turismo che costituisce la più importante risorsa locale, e anche una possibile minaccia per i tursiopi, l’unica specie di cetacei che sopravvive in Alto Adriatico. Animali che già devono fare i conti con problemi ambientali gravissimi, che vanno dalla pesca eccessiva al degrado ambientale. E che ora potrebbero ritrovarsi a nuotare in una chiazza di petrolio.

Silvia Bonizzoni

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Per maggiori informazioni:
http://www.alertnet.org/thenews/newsdesk/L06803310.htm
http://www.blue-world.org
http://www.tethys.org

06 February 2008

Buona vecchia auto IDP


Ford Escort SW MK7 colore grigio metallizzato, annata 1993: uno degli ex bolidi arruolati nello Ionian Dolphin Project.

Pagata la ragguardevole cifra di 600 Euro, era entrata a far parte del team nel febbraio 2006. Da quel momento si è subito distinta come gran lavoratrice. Enorme capacità di sopportazione negli sforzi per tirar fuori i gommoni dall’acqua, su scivoli troppo simili a sabbie mobili. Davanti alle buche che costellano molte strade greche non si è mai tirata indietro. Aveva anche imparato a memoria la strada Mytikas-Vonitsa, evitando la mucca o la pecora di turno, appisolate nel bel mezzo della strada, di solito subito dopo una curva.

Nell’estate del 2007 è iniziato l’inesorabile declino. Nonostante abbia tentato fino all’ultimo di dare il meglio di sé, il tempo non l’ha risparmiata e alla fine Dimitris il meccanico l’ha dichiarata ‘spacciata’. Così, dopo due anni di duro lavoro, l’IDP si è visto costretto a rottamarla.

E la ricerca di una valido sostituto è già iniziata.

Silvia Bonizzoni