12 July 2012

Non tirate la manta per la coda

Un'estate, questa, all'insegna di avvistamenti inconsueti, registra anche una manta tra il porto di Savona e Arenzano, di cui si è parlato sui giornali proprio in questi giorni. Succede a poco tempo di distanza da un incontro simile a Bastia, in Corsica, che avevamo segnalato da poco. Anche questa volta la presenza dell'inconsueto, grosso, pesce ha subito suscitato grande clamore e il diffondersi delle voci più contrastanti. Vediamo dunque di fare chiarezza su alcuni punti - peraltro gli stessi che riguardano spesso anche i cetacei.
Innanzitutto sono assolutamente infondati gli "allarmi-squalo": anche se mante sono effettivamente loro "parenti", si tratta di innocui filtratori, che non si sognerebbero di mangiare nulla di più grosso di un'acciuga. Per la precisione, quelle del Mediterraneo sono mobule (Mobula mobular, la versione nostrana della più nota Manta birostris).
Ma che ci fa questa specie d'alto mare in un  porto, o comunque sottocosta? Risponde Giuseppe Notarbartolo, Presidente di Tethys, che di mobulidi si è occupato a lungo: "Questi pesci sono perfettamente a loro agio e in grado di manovrare in acque costiere anche basse. Pertanto non mi meraviglia che le mobule possano trattenersi nei pressi della costa, magari in cerca di banchi di piccoli pesci di cui alimentarsi."
Si tratta di una specie che fino ad ora veniva avvistata relativamente di rado nei nostri mari. Difficile, per ora, dire se questi due avvistamenti siano significativi di una tendenza all'aumento. "Recenti survey aerei nel Santuario Pelagos, dice ancora Notarbartolo, hanno rivelato la presenza di numerose mobule nella zona, per cui non è così strano che ogni tanto qualcuna venga vicino a costa. Può anche darsi che la riduzione della pesca con le spadare e l'aumento della temperatura stiano dando degli effetti".
Purtroppo, accanto alle reazioni estreme (da "allarme squalo" a "beniamina delle spiagge"), c'è sempre chi vorrebbe subito intervenire per "salvare" l'animale "in difficoltà". E' così che anche delfini, e perfino balene, vengono a volte agganciate per la coda (o in altre rocambolesche quanto devastanti maniere) e trascinati loro malgrado al largo - un intervento che può causare gravi danni e sofferenze al malcapitato soggetto, senza contare l'altrettanto inutile dispendio di energie. E se poi l'animale in realtà non è né malato né moribondo, si rischia ugualmente di ferirlo o addirittura ucciderlo.
Altrettanto rischioso sarebbe un intervento sulla manta;  si è lanciato l'allarme perché sembrava avesse delle ferite quando era comparsa a Savona (vedi foto in basso), ferite che però a distanza di un paio di settimane appaiono regredite, come riferiscono gli esperti dell'Acquario di Genova.
"Certo la sua presenza in un posto trafficato come un porto industriale desta preoccupazione, perché la mobula può essere disturbata o, peggio, urtata da scafi o eliche", precisa ancora Notarbartolo. Speriamo trovi presto la strada del largo da sola.                                                         Maddalena Jahoda
immagine in alto da www.saturatore.it
foto qui sotto di Laura Castellano/Acquario di Genova



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