30 December 2007

Utilizzo sostenibile e conservazione dell’ambiente marino


La preoccupazione per la salute dell’ambiente marino aumenta di anno in anno. Sempre più si sente parlare di inquinamento, pesca eccessiva, sversamenti di petrolio e specie animali che scompaiono. Anche nei paesaggi più incontaminati e con acque cristalline, la biodiversità e la ricchezza di vita di un tempo sono ormai un ricordo lontano.

La gravità della situazione è stata oggetto di discussione anche al Parlamento Europeo che, poco prima di Natale, ha emesso una nuova direttiva dove si afferma che: “... gli Stati membri dovranno adottare misure necessarie per conseguire o mantenere un buono stato ecologico dell’ambiente marino entro il 2020”.

Questa direttiva istituisce un quadro per l'azione comunitaria, caratterizzato da strategie per la tutela dell’ambiente marino, il ripristino degli ecosistemi danneggiati, la progressiva eliminazione dell’inquinamento e degli usi illegittimi del mare, e la conservazione della biodiversità.

Un importante monito arriva anche dalla World Conservation Union (IUCN), secondo cui occorre sviluppare immediatamente una robusta rete di aree marine protette in acque nazionali ed internazionali, sia per far fronte al collasso degli stock ittici sia per arginare gli effetti dei cambiamenti climatici. L’IUCN raccomanda una rapida accelerazione nella creazione di aree marine protette, dal momento che oggi solo l’1% degli oceani gode di un qualche tipo di protezione. Harlan Cohen, rappresentante IUCN all’ONU, afferma: “E’ inconcepibile che gli oceani che forniscono sostentamento a tante persone non dispongano di un più elevato livello di protezione dai comportamenti distruttivi. La combinazione tra un eccessivo sfruttamento e gli effetti devastanti del cambiamento climatico potrebbe avere conseguenze estremamente gravi. A meno che non vengano intraprese azioni immediate».

Sono quindi tutti d’accordo - e lo siamo anche noi - sul fatto che non si possa continuare ad ignorare l’impatto dell’uomo sull’ambiente. Ora si tratta di agire nel più breve tempo possibile.

Silvia Bonizzoni

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Per approfondimenti:

http://www.ansa.it/ambiente/notizie/fdg/200712241044300234/200712241044300234.html
http://www.europarl.europa.eu/news/expert/briefing_page/14114-344-12-50-20071129BRI14111-10-12-2007-2007/default_p001c014_it.htm
http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=11195

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