Succede che il mare
Succede di avere la presunzione di conoscere e capire il mare soltanto per il numero di anni trascorsi sui libri, a studiare. Succede di buttarsi nel lavoro a capofitto, di perdersi dietro a teorie e modelli statistici, rischiando di perdere di vista la semplicità dei fatti. Succede poi che la soluzione a un dato problema venga semplicemente dalla capacità di ascoltare e osservare il mare e i suoi abitanti. Un appassionato navigatore o un pescatore, in virtù della loro diretta esperienza, possono renderci comprensibile ciò che non riuscivamo a vedere. Capita che la nostra scienza ci porti a conclusioni e scoperte interessanti, che tuttavia erano già note a coloro che traggono dal mare il loro sostentamento. Il miglior contributo che possiamo offrire a questo mare è allora frutto di una integrazione fra le conoscenze e le competenze di tutti: coloro che dipendono da questa risorsa, coloro che intendono preservarla e coloro che il mare lo conoscono soprattutto attraverso i libri o i laboratori. Succede che il mare parli alle persone in tanti modi diversi e non sempre lo fa nella nostra lingua.
Annalise Petroselli
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