07 February 2013

Non firme ma persone (e cartoni) a tutela degli squali


Non è facile in Italia "difendere" uno squalo. Se già se la passano male delfini, balene e foche, molto più accattivanti agli occhi del pubblico, lanciare una campagna per la tutela di animali che hanno la pessima fama di feroci predatori, può sembrare un'impresa ingrata.
Cionondimeno Tethys ha accolto con entusiasmo l'iniziativa di un gruppo studenti della Yale University intenzionati a lanciare una petizione mondiale per la protezione di squali e mante.
Non tutti sanno che questi animali sono oggi in grave pericolo: la brutale pratica del finning, che consiste nell'amputare le pinne, molto richieste sul mercato, condannando così a una morte lenta e atroce il malcapitato pesce, ha assunto ormai proporzioni drammatiche: qualcosa come 73 milioni di squali massacrati ogni anno. Nemmeno le mante, parenti stretti e - almeno loro- del tutto inoffensivi per l'uomo, si salvano: vengono pescate in massa solo per ricavarne le branchie, utilizzate nella medicina cinese.
Che cosa si può fare, si sono chiesti 
 Leah Meth e Onon Bayasgalan, della Yale School of Forestry and Environmental Studies? Ormai la rete è inondata di petizioni, che spesso lasciano il tempo che trovano; bisognava quindi trovare una nuova forma per manifestare la partecipazione popolare.
L'occasione si è presentata con l'annuncio della prossima riunione del CITES (Convention on the International Trade of Endangered Species), prevista per marzo prossimo. Il gruppo di Yale intende "inondare" la commissione che dovrà decidere non con una mera lista di firme, ma con le foto di tutte le persone che aderiscono all'iniziativa.
Per coinvolgere (anche) le nuove generazioni, sono stati impiegati quattro simpatici personaggi in stile "cartone": lo squalo martello Stanley, e i suoi amici, la manta Reina, lo squalo smeriglio Pierre Porbeagle, e il "pinna bianca" Waqi Whitetip, che rappresentano proprio le quattro specie sulla cui protezione la commissione è chiamata a votare. Le avventure degli amici di Stanley sono anche raccontate in un e-book scaricabile (in inglese) dal sito di Shark Defenders
L'obiettivo, a cui Tethys collabora come partner, è la raccolta di 5000 fotografie di persone ritratte con la sagoma di Stanley, provenienti da tutti i 177 Paesi aderenti alla CITES - tra cui l'Italia.
Possono partecipare ragazzi e adulti, privati e istituzioni: basta stampare la sagoma dello squaletto, ritagliarla e inviare una foto a info@sharkdefenders.com entro il 20 febbraio. Lo squalo Stanley è presente anche su Facebook, e altri social network.
Qui sotto, il buon esempio del Consiglio Direttivo e di altri membri dello staff di Tethys.

1 comment:

harada57 said...
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