Oceani "privatizzati" dalla Commissione Europea?
L'obiettivo di attuare una radicale riforma della pesca recuperando le risorse ittiche in quattro anni, presentato dalla Commissione europea, rischia di naufragare, secondo quanto denuncia in un comunicato stampa Ocean 2012. Infatti la proposta della Commissione, pubblicata il 13 luglio scorso a Bruxelles, impone agli Stati membri l’adozione di concessioni di pesca trasferibili: agli operatori verrebbe concessa la possibilità di scambiare sul mercato la loro quota di pesca, sistema che la Commissione promuove con l'intenzione di ridurre il numero dei pescherecci, ma senza distinzione fra chi pesca in maniera sostenibile e chi utilizza pratiche ed attrezzi devastanti per l’ambiente e le risorse. Questo meccanismo andrebbe a scapito della piccola pesca artigianale, senza fare alcuna differenza tra metodi di pesca sostenibili e insostenibili e senza risolvere il problema della pesca eccessiva.
Per ridurre davvero lo sforzo di pesca e adeguarlo alle risorse rimaste nei nostri mari – denunciano ancora le associazioni - è necessario un programma con misure e scadenze dettagliate, e non puntare tutto su una virtuale privatizzazione degli oceani .
Scarica il comunicato di Ocean 2012
ENG: "The European Commission’s proposal aiming at the recovery of European fish stocks falls short in the way it addresses overcapacity. Instead of mandating a capacity reduction, it aims to decrease the EU fishing fleet by what amounts to the quasi-privatisation of EU fish resources", says Uta Bellion, director of the Pew Environment Group’s European Marine Programme and coordinator of OCEAN2012.
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