22 March 2007

Clima che cambia


fai click sull'immagine per ingrandirla


Dal sito di Beppe Grillo:

L’Intergovernmental Panel On Climate Change (IPCC) distribuirà tra aprile e maggio il Quarto Rapporto sui cambiamenti climatici commissionato dall’Onu. Un suo estratto: Cambiamento del clima – Sommario per i politici è stato presentato a Parigi alcune settimane fa. (...) 2.500 esperti di 130 nazioni hanno lavorato per 6 anni per dirci una cosa che si percepiva, che sapevamo già: che i nostri figli e i nostri nipoti penseranno a noi come a dei delinquenti. (...) Si discute di scioglimento dei ghiacciai, della scomparsa dei grandi fiumi, dell’avvelenamento di città intere come se questi fatti riguardassero qualcun altro. Ed è vero: riguardano i nostri figli. (...) Undici degli ultimi dodici anni sono stati tra i più caldi dal 1850, da quando le misurazioni sono attendibili. Il 30% delle specie è a rischio di estinzione. Le foreste tropicali saranno sostituite dalla savana. Tra uno e tre miliardi di persone potrebbero morire di fame o di sete. (...)


Di fronte a queste notizie sconvolgenti non sappiamo come reagire. Possiamo credere che siano le esagerazioni di un comico, ma leggendo il rapporto dell'IPCC ci si accorge che non si tratta di questo. La situazione è davvero terrificante.

Siamo assuefatti a questo tipo di informazioni, e ormai tendiamo a evitare le notizie deprimenti sull'ambiente disperse in un mare di gossip. Ma il mutamento del clima non si fa dimenticare. Possiamo non pensarci per un po', ma poi vediamo alberi fiorire a gennaio, la neve a primavera.

Nel nostro lavoro di cetologi ci troviamo ad affrontare nuove sfide. Balene e delfini non avevano già abbastanza problemi?

Popolazioni già minacciate dalle molte attività umane dovranno ora fare i conti anche con gli effetti di sconvolgimenti climatici? Come potremo tener conto anche di questa immensa variabile nei nostri studi, già complicati da un gran numero di fattori e di incognite?

Un aumento nel numero di animali sarà dovuto al gran caldo o alla riduzione del bycatch? La minore natalità un effetto dei contaminanti o di mutamenti nella rete trofica? Sarà ancora possibile stabilire dei semplici rapporti di causa-effetto, così come siamo chiamati a fare noi ricercatori?

Ancora di più, viene da chiedersi se non sia vano il nostro arrabattarci in un mondo che cambia così rapidamente. Un mondo in cui i nostri poveri strumenti di indagine di rado forniscono risposte chiare, e dove le strategie di conservazione che riusciamo a ideare oggi sono già superate domani.

E' difficile dare delle risposte. Ma vale certamente la pena di porsi delle domande e mettere continuamente in discussione il proprio lavoro, cercando di adeguarlo a una situazione continuamente mutevole. Mutevole almeno quanto la curva che, nel rapporto IPCC, indica l'incredibile innalzamento della temperatura negli ultimi cento anni.

Giovanni Bearzi

No comments: