26 March 2007

Il mio inverno con i tursiopi


Ho iniziato a collaborare con la Tethys come assistente di campo per lo Ionian Dolphin Project, nell’ottobre 2006.

Inizialmente era stato richiesto il mio aiuto per due mesi, poi però, poco prima di ripartire per l’Italia, ho chiesto a Joan se potevo rimanere ancora. Il progetto mi stava coinvolgendo molto e, avendo fatto pochi avvistamenti, volevo perfezionare la mia pratica sul campo.

Alla fine sono rimasta fino a fine marzo, trascorrendo così tutto l’inverno a Vonitsa.

Ripensando alla mia esperienza nel Golfo di Amvrakikos, la prima immagine che mi viene alla mente siamo io e Joan in gommone, in una fredda mattina d’inverno, col sole un po’ coperto dalle nuvole e un vento così pungente da non sentirsi più le dita delle mani. Io, “donna cipolla” con mille strati di vestiti addosso...

Ricordo il mio primo incontro con i delfíni... Devo aver fatto una buffa espressione, di quelle col sorriso che arriva all’attaccatura dei capelli! Averli così vicini, liberi e curiosi del nostro lavoro... che emozione!

In effetti aver avuto la possibilità di fare ricerca sui delfíni in natura è stato incredibile, ogni momento passato con loro è un’esperienza indimenticabile, anche se devo dire che durante gli avvistamenti ero sempre molto tesa e concentrata. Di giorno in giorno infatti ho avvertito sempre più l’importanza di quello che stavamo facendo per la tutela di questi meravigliosi animali.

Le giornate proseguivano poi a casa, tra mille cose da fare, dal lavoro di fotoidentificazione alle semplici faccende domestiche, non c’era mai tempo per annoiarsi!

La mia vita a Vonitsa è stata allietata dall’ospitalità e gentilezza disarmanti di tutte le persone che ho conosciuto qui in paese. Mi ricordo di una cena a base di pizza a casa di Jimmy, il benzinaio, con tutta la sua famiglia. Ero arrivata da poco e di greco capivo sì e no tre parole, ma ho passato una serata deliziosa e neanche per un istante mi sono sentita esclusa.

E poi i padroni di casa, sempre pronti a farci assaggiare qualche specialità greca appena sfornata. O i pescatori, preziosi consulenti per il meteo, che ricordo sempre sorridenti a sistemare con cura le loro reti.

E per finire Stamata, la nonnina di 82 anni che abita vicino a noi, che mi ha presa in simpatia e con la quale mi sono cimentata in “lunghe” conversazioni (armata di vocabolario e di molta fantasia!)

Questa esperienza mi ha davvero arricchita e mi ha dato molti spunti e idee per il mio futuro professionale. Sicuramente è stata la conferma della mia passione per la ricerca sul campo e per il mondo dei cetacei.

Un ultimo pensiero va a Joan, biologo e grande chef! Lui con me è stato abbastanza duro, ma mi ha insegnato tutto quello che adesso so sul comportamento e sul riconoscimento dei tursiopi, la specie che abita il Golfo, trasmettendomi oltretutto una forte passione per la vita di mare, e questa è la cosa più importante.

Elisa Malevolti

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