Delfini a scuola
"Volete che vi racconti delle balene e dei delfini?" chiedevo ai miei bambini quando erano più piccoli. In genere la proposta veniva accolta con relativo entusiasmo, ma già al passaggio sui mammiferi-che-respirano-aria iniziavano i primi sbadigli e dovevo battere in ritirata. Forse, per loro, era ancora troppo presto. Motivo per cui aspettai alcuni anni e, recentemente, tornai alla carica.
Saltando a piè pari sia il capitolo "misticeti/odontoceti" che l'evoluzione, procedetti questa volta direttamente con quegli argomenti che i figli di una cetologa possono avere il privilegio di sentire di prima mano: la ricerca in mare. "Gli studiosi oggi sanno addirittura distinguere un delfino da un altro - recitai - con una tecnica che si chiama FOTO-I-DEN-TI-FI-CA-Z-I-O-NE".
"Ah, ma quello lo sappiamo già" saltò su Nicolò, quinta elementare."C'è sul libro di lettura." E a conferma mi mise sotto il naso una bella doppia pagina a colori che titolava "Baby delfini in Sardegna" e "Come adottare un delfino", corredati di tre foto ravvicinate delle dorsali di "Pinnabianca", "Patella" e "Alfa".
Erano proprio queste catalogazioni dei cetacei, che permettono di riconoscere i singoli individui sulla base di tacche e graffi sulla pinna e sul corpo, e seguirli nel tempo, che avevo avuto intenzione di spiegare ai bimbi, così come, fin dai primissimi anni di Tethys, un po' tutti noi raccontavamo delle ultime ricerche ai volontari, e scrivevamo sulle riviste di divulgazione. In cima alla lista delle nuove metodologie, la fotoidentificazione era un sistema che, alla fine degli Anni Ottanta, collaudavamo per primi lungo le nostre coste; avrebbe dato risultati significativi negli anni a venire e, per inciso, viene largamente impiegata ancora.
I delfini del libro di lettura di Nicolò non sono stati foto-identificati da Tethys, ma poco importa. Fatto sta che l'informazione "cetologica" ha decisamente varcato i confini del giornalismo di settore. Potremo sempre dire che abbiamo fatto... scuola. Sarà di buon auspicio per l'atteggiamento delle generazioni future verso il mare e i relativi animali? Possiamo solo sperarlo.
Maddalena Jahoda
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Bibliografia: Ed. CETEM, 2006, Leggerissimo 5, sussidiario del linguaggio.
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