Kalamos, transetto B
Il transetto di oggi è il B. È un tragitto un po’ noioso ma la standardizzazione dello sforzo di ricerca non ci lascia scampo. Costeggiamo il lato ovest di Kalamos, la nostra verde e bella isola.
Nella luce radente delle otto del mattino l’ombra della montagna si fonde nel blu profondo del mare sulla cui superficie si cerca una pinna, uno spruzzo o un salto.
Giriamo nel canale fra Kalamos e Kastòs. La calma del mare qui è incredibile, sembra quasi solido, concreto: una lastra di basalto dalle mille spaccature, ogni piega un riflesso. Veniamo distratti da alcune macchie all’orizzonte, un gruppo di berte posate sulla superficie. Decidiamo di andare a controllare.
Non si spaventano quando ci avviciniamo. “Berta chiama delfino comune” dice un antico proverbio dei ricercatori di Kalamos (!), ed è con sospetto che ci allontaniamo. Poco dopo altre berte, ma stavolta pescano, e sotto di loro gli spruzzi e i salti dei tonni intenti a mangiare. Proviamo ad avvicinarci ma svaniscono come fantasmi.
Poco dopo ecco un altro incontro… una gigantesca mobula, di quasi due metri di apertura ‘alare’, ci appare sotto al gommone. Il tempo di vederla, e poi scompare anche lei.
La calma apparente è rotta di continuo, la tensione aumenta. Un pesce volante rompe la superficie, accompagnandoci fino alle fish farm. Ed eccoli, finalmente, i nostri tursiopi: uno, due, poi altri. Sono i soliti: Dustin, Lara, Indio, SimilMoon… ma c’è una sorpresa fra loro: un neonato! È il quinto piccolo di Atena, un meraviglioso cucciolo che segue in modo sgraziato il nuoto lento del gruppo di cui fa parte da appena due settimane.
Per un’ora e mezzo li seguiamo, ma decidiamo poi di lasciarli da soli, liberi di nuotare senza il ronzio del nostro motore. Ci dirigiamo entusiasti verso Episkopi, con la speranza che il nuovo piccolo possa vivere in queste acque per molti anni.
Giovanni Romagnoni
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